La storia


ETIMOLOGIA DEL TERMINE “TODOCCO”

Si fanno due supposizioni:

Una la si farebbe derivare addirittura dalla parlata celtica attraverso la lingua tedesca che, in gran parte ne deriva. Infatti la particella “tod” in tedesco significa “morte” e si abbina sovente ad altre particelle per formare delle parole composte: per esempio “tod sunde” = peccato mortale. Anche la seconda parte del termine “Todocco” la si trova nella lingua tedesca, nella quale “hoch” significa “alto” e si accoppia pure con altre particelle; per esempio: “hände hoch” significa “mani in alto”. Nel nostro caso si potrebbe forse dire che il termine “Todocco” si riferisce ad uccisioni per sacrifici umani o, a morti per fatti di guerra oppure ad uccisioni per banditismo? È noto che i celti avevano dei culti rivolti alle realtà della natura: per esempio al dio “Bormio” da cui presero nome i due fiumi “Bormida”.

L’altra supposizione etimologica sulla parola “Todocco” farebbe derivare il termine suddetto dal sostantivo della lingua greca “Teotokos” che significa “Madre di Dio”; titolo riferito a Maria Santissima Madre di Gesù Uomo-Dio. Storicamente la si vorrebbe riferire al culto verso Maria Santissima da parte degli ordini religiosi che c’erano nei monasteri della zona circostante. Purtroppo non ci sono al riguardo esplicite testimonianze scritte, le quali ci permetterebbero di abbandonare la prima interpretazione del sostantivo “Todocco” che sa di morte, per affermare definitivamente la seconda che si riferisce alla Madre di Colui che è la Vita.

IMPORTANZA STORICA

L’importanza di questa zona è da sempre, connessa con la sua naturale posizione sulla strada del sale per il trasporto di questo prezioso elemento dalla riviera ligure all’albese, attraverso Cortemilia.

A Cortemilia c’è ancora adesso la “Via del salino” per ricordarci il luogo dove c’era il deposito per lo smaltimento del sale. Questa via del sale passava sotto al Todocco sul valico chiamato “Piansoave”, forse in contrasto con gli aspri e selvaggi valloni che vi sono da ambo i fianchi.

Nelle guerre tra i Romani ed i Liguri in queste terre furono combattute molte e dure battaglie. Lo attestano le fortificazioni di Torre Uzzone ed in particolare quella del “Castellaccio” che fino ad alcuni decenni addietro si ergeva sulla stretta collina adiacente e parallela a quella di Torre Uzzone. Al Castellaccio fu infatti trovata la lapide Romana che adesso è murata nella cappella di destra del Santuario del Todocco. Essa è la parte superiore di una stele funeraria dedicata ad un certo L. Marius; (tale è la prima parte della scritta), la quale scritta doveva continuare nella parte inferiore con il resto del nome del defunto (il patronimico) e con la data e la qualifica che lo distingueva. Le cornici che sono scolpite su fianchi, e che sono interrotte verso il basso, lo testimoniano.

VALICO DEI PELLEGRINI DI COMPOSTELLA E ROMA

Per questo valico passarono a lungo le milizie Romane e poi passarono i pellegrini che andavano a Compostella, nella Spagna nord-occidentale, e viceversa tanti pellegrini che andavano a Roma o che ne ritornavano. A questo riguardo i nostri vecchi cantavano ancora una significativa canzone: “Pelegrin che vien da Ruma… cun le scarpe rute ai pè…”; pare ancora di vederli arrivare stanchi, dal vallone lungo e pieno di insidie, e sostare alla cappella suddetta dedicata a San Giacomo, per esprimere il ringraziamento per gli scampati pericoli, o viceversa invocare protezione prima di inoltrarsi nei paurosi burroni. Probabilmente passò di qua anche San Francesco d’Assisi nel suo viaggio verso la Francia.

Così sembrano attestare il pilone di casa Marcone in regione Rossana di Cortemilia dov’è nato il suo discepolo Beato Guglielmo Rubone, e il Convento che San Francesco avrebbe fondato sul sito dell’antica zecca, ma specialmente la Pieve dove egli avrebbe predicato.

STORIA CRISTIANA

All’alba della vera storia ci sono sempre dei fatti non ancora provati scientificamente da dati scritti, ma supportati da tradizioni. è bene vedere la storiografia della Diocesi di Alba, in particolare il documentatissimo libro “Storia di una diocesi” di don Angelo Stella, che parte da quanto lasciò scritto nell’anno 572 il vescovo di Tolone, Desiderio, circa i primi cristiani giunti in Provenza a riguardo di racconti tradizionali secondo i quali il cieco nato del Vangelo (Gv 9) con altri primi cristiani palestinesi sarebbero giunti, via mare, in Provenza ed il cieco nato, chiamato San Restituto, dopo lunghe peregrinazioni, sarebbe giunto ad Alba. Così pure un’altra antica tradizione riguarda i santi Cassiano e Frontiniano che pure sarebbero giunti ad Alba dalla lontana Carcassone.

Quattro personaggi storici stanno a supportare le vicende delle prime cristianità nelle nostre terre:

Sant’Eusebio, Vescovo di Vercelli tra il 345 ed il 371;

San Massimo, Vescovo di Torino tra il 380 ed il 423;

San Dionisio, eletto Vescovo di Alba verso il 350;

San Maggiorino, che fu Vescovo di Acqui Terme dal 379 al 432.

Da questi dati storici si deduce che le nostre cristianità locali avevano già avuto un buon sviluppo prima di essere maturate al punto di diventare diocesi a tutti gli effetti pastorali e storici. Proseguendo per i secoli successivi abbiamo due figure di primo piano che interessano la storia cristiana dell’Alta Langa:

San Colombano, ancora oggi patrono della comunità cristiana di Pezzolo, grande monaco e fondatore di monasteri nato nel 540 e morto nel 615.

San Benedetto da Norcia, a cui è dedicato il paese di San Benedetto Belbo ove ci sono ancora le fondamenta dell’antico monastero.

LA MADONNA GUARISCE UNA RAGAZZA

La piccola storia del Santuario redatta da don Giorgio Carosso e la storia ben più ampia che ne fece don Pompeo Ravera, parte da due racconti tradizionali di due apparizioni della Madonna sul luogo ove fu poi eretto il primo pilone.

A quanti chiedevano notizie sull’origine del Santuario della Madonna, venerata sul monte del Todocco, i contadini del luogo raccontavano una storia semplice e commovente:

«Una fanciulla sordomuta stava pascolando il suo gregge quando le apparve una bella Signora che le disse: – Va’ da tuo padre e digli di edificare un pilone in questo luogo. A quelle parole la giovane guarì, lasciò il suo gregge e corse a riferire al padre il desiderio della Signora. Ed il padre edificò un pilone sul luogo preciso dove la Madonna aveva posto i piedi».

Questa è la narrazione più antica tramandata di generazione in generazione, ed è profondamente radicata negli animi tanto che alcuni vecchi indicavano ancora i discendenti della favorita della Madonna. A questa narrazione se ne aggiungono molte altre, ad esempio, si narra di due viandanti che trovarono rifugio presso il pilone già edificato durante una notte di bufera violentissima. Costoro pare rimanessero per sempre al Todocco, per mantenete vivo il culto alla Madonna e che dei loro seguaci continuassero questa tradizione fino a tempi relativamente recenti. Ma un miracolo, attestato questo da fonti sicure, è quello che riguarda la guarigione di uno storpio di Gottasecca, certo Giuseppe Gallo, che venuto dal suo paese con le stampelle fu guarito e lasciò appese al pilone le sue grucce.

Al primo pilone piuttosto rudimentale che era stato costruito in ricordo delle apparizioni ed in riconoscenza dei miracoli se ne sostituì poi un altro: quello che rimane ancora oggi incorporato nel Santuario insieme all’altare maggiore. È molto bello e somiglia molto a quello che c’è nel Santuario di Vicoforte-Mondovì.

LA PRIMA CAPPELLA

La prima cappella attorno al suddetto pilone fu costruita in seguito alla decisione presa in accordo dall’autorità religiosa e civile il 4 luglio 1769.

Un po’ più in basso del Todocco, sull’antica strada pedonale che scende a Pezzolo, c’è ancora ed in buono stato, la cappella di regione “Siure”, la cui antichità è attestata dal fatto che una scritta sovrastante l’altare porta la data di restauri fatti nel 1681, e il ricordo dei promotori di questi restauri. Essi appartenevano alle famiglie Reggio e Borello; delle quali fanno testimonianza anche gli archivi diocesani di Acqui. Non si trova nessuna prova per dire che la località Siure, fosse il luogo delle apparizioni. Il Santuario attuale cominciò ad essere tanto desiderato da quando, nel 1903 la sede parrocchiale venne portata da Torre Uzzone al Todocco.

STORIA RECENTE DEL SANTUARIO

Era parroco don Novo Lorenzo. Prima di lui al Todocco c’erano stati successivamente un eremita e poi un cappellano. Quando morì don Novo, gli successe don Boazzo Alfonso che caldeggiò l’iniziativa di un nuovo edificio-santuario. Si iniziarono i preparativi negli anni 1930 e seguenti. Il progetto porta la firma dell’ing. architetto Vittorio Mesturino, dirigente della Sovrintendenza ai monumenti del Piemonte. La direzione dei lavori fu dell’arch. Balzarelli di Santa Vittoria d’Alba. Suo collaboratore fu il geometra Mario Barberis di Alba. Costruttori furono i membri della famiglia Bronda di Cortemilia, coadiuvati dal cementista Ferrato Michelangelo di Cortemilia. Il tetto fu ultimato nel 1936; nel 1937 fu costruita la volta e nel 1949 fu ultimato il pavimento. Questo nuovo edificio-santuario oltre agli altri pregi artistici ha un’acustica perfetta, una buona illuminazione, il solito asse centrale con deviazione a sinistra dal presbiterio in su a rievocazione del Gesù morente in croce che reclina il capo da un lato (“et inclinato capite emisit spiritum”) (Gv 19).

Nella cappella di sinistra c’è un quadro di San Bartolomeo che era titolare della parrocchia a Torre Uzzone ed è anche adesso contitolare della nuova parrocchia con San Pietro in Gorrino.

Degno di nota è anche il dipinto dell’abside opera del Manenti che pure eseguì i graffiti della volta. Il suddetto dipinto dell’abside rappresenta la Crocifissione, e a prima vista sembra di non semplice interpretazione ma poi si apprezzano le varie intenzioni dell’autore: il dolore del mondo è un dato di fatto; il dolore non è inutile, è per la salvezza di se stessi e degli altri; la figura della Madre di Gesù rappresenta chi accetta il dolore; e a destra in basso è raffigurato chi rifiuta il dolore; l’uomo a cavallo significa chi sta ad osservare con atteggiamento distaccato di super-uomo. La sproporzione dei particolari vuol significare la sproporzione di un Dio che muore per salvare gli uomini; la mano aperta è segno del gesto di richiamo del Crocifisso per quellli che ancora non credono; il braccio in verticale inchiodato verso l’alto sembra indicare il Cielo, che si raggiunge dopo la sofferenza e la morte, accettata e offerta cristianamente. Qui si possono sottolineare le due parole “alto” e “morte”, comprensive di un grande significato: “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me” (Gv12,32). La Madonna, Madre della Divina Grazia ci tiene per mano e ci conduce in alto: “Tu duc in altum”, a Gesù dove tutti noi pellegrini quaggiù siamo diretti per la perfetta, definitiva gioia eterna, il Paradiso.

IL SANTUARIO AI NOSTRI GIORNI

Le Sorelle Figlie della Madre di Gesù, del Movimento G.A.M. (Gioventù Ardente Mariana), sono presenti al Todocco dal Natale 1978, e costituiscono una vera provvidenza per la cura di esso e per l’apostolato per la gente che ci vive attorno, vicino e lontano.

In seguito alla richiesta del Vicario di zona mons. Sampò, la Fraternità delle Figlie della Madre di Gesù si stabilì nella casa adiacente al Santuario, costruzione completata verso il 1972. In data 28-12-1978 una lettera di don Cesare Battaglino, Vicario generale, confermava la realizzazione di un centro di spiritualità:

«Da tempo si cercava una soluzione per dare vitalità al Santuario del Todocco. Ora, nel modo più impensato e certo per intervento della Madonna, si è presentata la possibilità di creare un centro di spiritualità mariana con la permanenza sul posto di un gruppo di persone consacrate del G.A.M. di Torino, che ha appunto lo scopo della diffusione della devozione alla Madonna».

Il G.A.M. è un movimento giovanile di ispirazione eucaristica, mariana, ecclesiale. Intende con i Cenacoli far presa diretta sui giovani e fargli amare il Rosario, la Parola di Dio, la Confessione, l’Eucaristia, il Papa e la Chiesa. Riscopre la Confessione come esperienza di gioia e l’Eucaristia come esperienza di cielo e di risurrezione. Moltissime migliaia di giovani vi aderiscono. Vuole riportare Dio nelle famiglie, nelle scuole, nelle comunità e nella società. Ha un sogno: costruire la civiltà dell’amore e preparare la primavera della Chiesa. Lancia i giovani nell’Evangelizzazione.

La finalità specifica delle Figlie della Madre di Gesù è la Parola di Dio, ascoltata, adorata, pregata, vissuta, testimoniata e annunciata in Cenacolo G.A.M. con Maria la Madre di Gesù.

L’evangelizzazione è per loro il miglior servizio sociale, perché porta qualcosa di splendido, il dono più bello: la Parola di Dio.

Don Carlo De Ambrogio, fondatore del G.A.M. e delle Figlie della Madre di Gesù, di ritorno dai Cenacoli, che teneva in varie città d’Italia, vi sostava sempre volentieri, sia perché trovava presso il Santuario un clima di accoglienza e di preghiera, come Gesù a Betania, sia per animare la Fraternità con la Parola di Dio, formandola alla spiritualità specifica e all’evangelizzazione. «È la Madonna che vi ha volute – diceva – è Lei la Fondatrice delle Figlie della Madre di Gesù come del G.A.M.».

Ne delineava il compito specifico nella Chiesa: l’adorazione eucaristica e l’evangelizzazione a tempo pieno, con l’animazione dei giovani G.A.M., con la stampa e le spedizioni di volantini e opuscoletti del Movimento.

Nell’ottobre 1979, quindici giorni prima di andare alla Casa del Padre, don Carlo, con totale distacco, consegnò la Comunità alla Chiesa nella persona di mons. Fausto Vallainc, Vescovo di Alba, che tre mesi dopo darà l’approvazione ecclesiastica costituendo quel primo nucleo in Pia Unione, che è stata riconosciuta come Società di Vita Apostolica nel 2001 dal Vescovo di Alba mons. Sebastiano Dho.

Ai nostri giorni, il Parroco don Gaudenzio Pavan, sotto la guida amorevole e oculata dell’attuale Vescovo di Alba, mons. Giacomo Lanzetti, cura con amore e dedizione pastorale le celebrazioni liturgiche, animate dalle sorelle Figlie della Madre di Gesù. Con la massima disponibilità segue i pellegrini che sostano al Santuario del Todocco, formandoli alla vera devozione alla Madonna, Madre di Misericordia e della Divina Grazia, raccomandando di vivere le Sue parole dette a Cana di Galilea: «Fate tutto quello che Gesù vi dirà».